Business Freemium: cos’è e le sue grandi potenzialità del 2024
È da un po’ di tempo che ti stai informando in merito al Business Freemium e vorresti saperne di più? Beh, ne parliamo dettagliatamente proprio in questa guida.
Ti spiegheremo cos’è, ma faremo anche alcuni esempi pratici che ti saranno, senz’altro, di grande aiuto. Vedrai, terminata la lettura avrai un sacco di nuove idee da mettere in pratica sin da subito.
Modello di Business Freemium: cos’è davvero?
Il termine Business “Freemium” è un neologismo, chiaramente. Nella fattispecie, trattasi dell’unione di 2 parole, ovvero “Free” (gratis) e “Premium”, cioè la formula che indica un particolare servizio a pagamento.
In soldoni, dunque, il modello di Business Freemium consiste nella promozione di un prodotto o servizio gratuito, perfettamente legale e lecito, ma che non è in grado di risolvere completamente un dato problema.
Per la soluzione finale di quest’ultimo, dunque, è necessario ottenere un ulteriore prodotto o servizio che, però, viene messo in vendita.
Insomma, si utilizza quello gratis come fosse una sorta di “esca”. Per certi versi, il concetto non è poi così distante dai classici cubetti di formaggio con infilato lo stuzzicadenti che trovi nel reparto gastronomia.
Per certi versi, possiamo considerare il Freemium nel suo complesso come una forte leva, grazie a cui spingere la possibile clientela a tirare fuori i soldi.
Esempi celebri di Business Freemium
Per capire meglio il concetto, ecco alcuni celebri esempi di Business Freemium:
- Dropbox
- WordPress
- Zoom
Oggi va tanto di moda usare i neologismi anglosassoni ma, come abbiamo visto poco fa, il concetto dell’assaggio gratis è tutt’altro che nuovo.
Le realtà che abbiamo elencato qui sopra, però, hanno saputo “far loro” questo principio, portandolo ad un livello decisamente più alto, tanto da generare fatturati da capogiro.
Sebbene sia facile comprendere il meccanismo di fondo, queste società lo hanno prima strutturato al meglio, per poi automatizzarlo nel modo più efficace e profittevole.
Detto ciò, siamo sicuri che ti sarai già imbattuto in almeno uno dei servizi che abbiamo elencato.
Per completezza, però, nei paragrafi a seguire faremo una breve rassegna di ciascuno, in modo da evidenziare tutti quei particolari che non saltano immediatamente all’occhio.
1. Dropbox
Senza dubbio, tra i modelli di Business Freemium, quello di Dropbox è uno dei più conosciuti ed utilizzati.
In cosa consiste esattamente? Beh, stiamo parlando di uno dei più popolari servizi di file hosting che, a sua volta, comprende la locazione dei cloud, piuttosto che la sincronizzazione dei file e i software client.
Di base, puoi utilizzare gratuitamente tutti i suoi servizi ma, come hanno constatato in molti, ad un certo punto serve “avere di più”.
Insomma, quanti iniziano a riempire il cloud di foto, video, documenti, salvo poi arrivare al limite? Arrivati a quel punto dunque, molti di coloro che hanno iniziato con la formula “Freemium”, sono quasi costretti ad effettuare l’upgrade, acquistando, per l’appunto il pacchetto “Premium”.
Giusto per darti qualche riferimento, il servizio di cloud gratuito prevede 2 GB che, al giorno d’oggi, non sono poi così molti.
Qualora li esaurissi, ecco che avresti la possibilità di ampliare lo “spazio” fino a 5 TB, pagando un abbonamento di 12 euro al mese (oppure 120 euro annuali).
2. WordPress
Sempre a proposito di modelli di Business Fremium, spendiamo qualche parola anche in merito a WordPress, il popolare Content Management System (CMS) grazie a cui vengono realizzati migliaia di siti internet ogni giorno.
Come funziona? Nel caso volessi usarlo gratuitamente, la piattaforma ti offre diverse funzionalità, ma con grosse limitazioni.
Prima di tutto, il sito che realizzi non è completamente tuo, pertanto saresti sempre soggetto ad eventuali modifiche dei termini e condizioni che possono avvenire anche unilateralmente.
Non solo, usando la versione di WordPress gratis otterresti un dominio (il “nome” del tuo sito) del tipo: “nomesito.wordpress.com”.
Certo, può andare benissimo per dei progetti amatoriali o, eventualmente, per prenderci un po’ la mano.
Tuttavia, non è abbastanza per coloro che hanno in mente di realizzare progetti più complessi e per cui si necessità una maggiore “autorevolezza” del dominio stesso.
3. Zoom
Infine, chiudiamo le rassegne dei modelli di Business Freemium più noti con quella di Zoom, la popolare società di telecomunicazioni che ha reso le video-chiamate (e/o le video-conferenze di gruppo) tanto semplici, quanto bere un bicchier d’acqua.
Quali sono le differenze tra il piano gratuito e quello in abbonamento? Con il primo, le sessioni possono durare solo fino ad un massimo di 40 minuti.
Inoltre, vi sono pure limitazioni per quanto concerne il numero di partecipanti, che non può andare oltre i 100 utenti collegati nella medesima “stanza virtuale”.
Anche in questo caso, un eventuale upgrade dipenderebbe dall’uso che se ne deve fare. Insomma, puoi usare tranquillamente la versione di base gratuita per video-chiamare amici e parenti, oppure effettuare un breve meeting con i compagni dell’università.
Al tempo stesso, però, è chiaro che chi vuole usare Zoom in ambito aziendale non può fare altro che optare per i piani in abbonamento.
Modello di Business Freemium “capovolto”: le assicurazioni
Quelli di cui abbiamo parlato fino ad ora sono i classici modelli di Business Freemium “diretti”. Esistono, però, anche quelli “capovolti”, se così li possiamo chiamare.
A tal proposito, l’esempio migliore è costituito proprio dalle assicurazioni. Il cliente, dunque, paga periodicamente una somma relativamente piccola, senza, però ricevere nulla in cambio.
Il discorso cambia tutte quelle volte in cui si verifica l’evento fortuito per cui si è deciso di stipulare il contratto.
In tal caso, la compagnia eroga il premio pattuito a favore del cliente stesso, il cui importo, però, comprende delle piccole quote pagate da altri clienti a cui, sostanzialmente, non è successo nulla di spiacevole.
In parole povere, una larga “fetta” di clienti paga per i benefici aggiuntivi che vanno ad una “fetta” di clienti decisamente più ristretta.
Business Freemium grazie ai social: come farlo?
Il modello di Business Freemium è così versatile che può essere applicato senza problemi anche all’ambito dei social network. Nello specifico, si tratta di:
- Consulenza/Servizio
- Prodotto fisico
Perché i social network giocano un ruolo così preponderante? Beh, presto detto! Che tu voglia proporre qualcosa di gratis, piuttosto che a pagamento, c’è una cosa che devi fare necessariamente.
Quale? Farti conoscere, naturalmente.
In tal senso, i social sono un ottimo strumento proprio perché non prevedono costi diretti e, soprattutto, sono usati regolarmente da un’ampia fascia della popolazione.
Per certi versi, si tratta di un’opzione che viene considerata da tutti coloro che hanno poco budget e che vogliono ottenere risultati apprezzabili nel giro di poco tempo.
Anche in questo caso, siamo sicurissimi che ti sarai già imbattuto in video di creator che sfruttano proprio il modello di Business Freemium, magari senza saperlo.
Ecco, quindi, alcuni esempi pratici per chiarire ulteriormente i concetti chiave.
1. Consulenza/Servizio
Il modello di Business Freemium più “classico” applicato ai social network ruota proprio attorno alle consulenze gratis e al relativo servizio a pagamento, piazzato in “seconda battuta”.
Le nicchie possono essere le più disparate. Un esempio? Pensa a tutti quei creator che parlano di fitness, ovvero diete e sport per mantenersi in forma.
Oramai, non si contano più i video intitolati “Come perdere peso”, “Come dimagrire”, “Come mettere su massa muscolare” ecc. Detto ciò, le informazioni che trasmettono i creator sono corrette, ma del tutto insufficienti per raggiungere i risultati sperati.
Insomma, se una persona è in una condizione fisica pessima, non pratica sport da decenni e non sa nulla di alimentazione, è dura che riesca a farcela da sola seguendo i consigli espressi in 10 minuti di video, o giù per lì.
I creator conoscono benissimo tale dinamica e, proprio per questo, ne approfittano per vendere il corso completo, piuttosto che una consulenza a “tu per tu”, ma anche un complesso programma di coaching a lungo termine.
2. Prodotto fisico
Restando sempre in tema di modelli di Business Freemium sviluppati grazie ai social network, c’è anche la vendita di veri e prodotti fisici.
Facciamo il nostro consueto esempio prendendo come riferimento il mondo della cucina, senz’altro tra i più attrattivi.
Hai presente quelle volte in cui capita di guardare dei video in cui i creator realizzano pietanze particolari e decisamente fuori dal comune?
Ecco, la maggior parte delle volte ci riescono perché dispongono di strumenti ed attrezzature che la stragrande maggioranza delle persone non posseggono.
In questo caso, il creator ne approfitta proprio per piazzarlo. Possono essere strumenti prodotti dalla sua stessa azienda, quelli presenti sul tuo e-commerce e venduti in DropShipping, ma anche forniti da terzi, su cui si guadagna tramite affiliazione.
Conclusioni sui modelli di Business Freemium
- Il termine Business “Freemium” è un neologismo costituito dall’unione di 2 parole, ovvero “Free” (gratis) e “Premium”, espressione usata molto nella rete per indicare servizi a pagamento di alta qualità.
- Dal punto di vista commerciale, però, si tratta semplicemente di una leva molto efficace, con cui persuadere il cliente nel comprare il prodotto o servizio a pagamento.
- Quello gratis, infatti, non permette al possibile cliente di risolvere definitivamente il suo problema, qualunque esso sia.
- Per fare qualche esempio celebre, tra le società meglio strutturate che si avvalgono del modello di Business Freemium troviamo Dropbox, WordPress e Zoom.
- Nonostante ciò, è così versatile che può essere applicato sui fronti più disparati. Ad esempio, molti creator presenti sui social sfruttano proprio questa formula per piazzare il loro prodotto o servizio.
- Infine, come non citare le assicurazioni, delle realtà che funzionano proprio grazie al modello Freemium capvolto di 180°.